La donazione di un immobile rappresenta un gesto di grande generosità che, tuttavia, comporta diverse implicazioni legali e fiscali sia per chi dona sia per chi riceve.
Una delle questioni più dibattute in questo contesto riguarda le spese notarili: chi dovrebbe sostenerle?
Questo articolo si propone di esplorare le normative vigenti, le imposte applicabili e la prassi comune in materia di donazione immobiliare, offrendo una panoramica dettagliata per orientarsi in questo processo complesso.
L’imposta di donazione
Nel contesto della donazione immobiliare, è essenziale capire quali tasse sono dovute e da chi. Secondo la legislazione italiana, tutte le imposte legate alla donazione devono essere versate dal beneficiario dell’immobile. Questo principio si applica a prescindere dal valore dell’immobile stesso.
Un’eccezione importante riguarda l’imposta specifica sulla donazione: se il valore dell’immobile non supera il milione di euro, non sarà necessario pagare tale imposta. Questo aspetto costituisce un vantaggio fiscale significativo per i beneficiari della donazione e favorisce la trasmissione del patrimonio all’interno delle famiglie.
L’imposta di registro
Oltre all’imposta sulla donazione (quando applicabile), è necessario considerare l’imposta di registro. Tale imposta varia a seconda che l’immobile rappresenti o meno la prima casa del beneficiario: nel primo caso l’aliquota è solo del 2% del valore catastale; negli altri casi aumenta al 9%.
È fondamentale ricordare che il calcolo si basa sul valore catastale dell’immobile e non sul suo valore commerciale, che può essere significativamente più alto.
La normativa nelle compravendite
Per comprendere meglio questa tematica può essere utile fare un parallelo con le compravendite immobiliari. In questi casi, la legge stabilisce che gli onorari notarili sono a carico dell’acquirente perché si presume che sia lui ad avere il maggiore interesse nell’esecuzione dell’atto e nella sicurezza giuridica conseguente.
Per quanto riguarda invece le donazioni immobiliari, la legislatura non fornisce indicazioni precise su chi debba sostenere queste spese. Di conseguenza, diventa una questione da negoziare tra le parti coinvolte.
Tuttavia, è prassi comune che gli onorari del notaio siano a carico del beneficiario della donazione. Questo approccio trova giustificazione nel fatto che è proprio il beneficiario ad ottenere un incremento patrimoniale diretto; sembra quindi equilibrato chiedergli di coprire i costi relativi alla formalizzazione giuridica dello stesso.
È cruciale evidenziare come questa ripartizione delle spese notarie non sia imposta dalla legge ma derivi piuttosto da accordi privati tra donatore e beneficiario. Inoltre, se gli onorari designati non vengono pagati (solitamente dal beneficiario), il notaio ha legalmente il diritto di richiederli anche all’altra parte coinvolta nell’atto. Questa disposizione assicura al professionista la certezza del compenso indipendentemente dagli accordi interni tra i soggetti coinvolti nella transizione patrimoniale.
Considerazioni finali sulla ripartizione dei costi
La decisione su chi debba effettivamente sostenere i costi notarili in caso di donazione varia considerevolmente in base alle circostanze individuali e agli accordi preesistenti tra donatore e beneficiario.
In molte situazioni famigliari o casi particolari potrebbe essere lo stesso donorante a volersene fare carico come gesto ulteriore generosità verso il destinatario. Pertanto mentre esistono linee guida generalmente accettate basate su principii logici ed equità economica (il maggior beneficio economico ricade sul ricevente), ogni situazione varia in base alle decisioni delle persone coinvolte.